Un congresso internazionale in memoria di Mons. Corecco

 

Di don Ernesto Volonté



Il 1° marzo di quest’anno saranno sette anni che il vescovo Eugenio Corecco ha chiuso la sua giornata di lavoro a servizio di Cristo e della Chiesa. Molti amici hanno voluto che niente andasse perduto del suo magistero e della sua umanità. Il Congresso internazionale, che raccoglierà molti dei suoi amici accademici, ecclesiastici e politici, ha voluto sintonizzarsi su un tema caro alla riflessione di Mons. Corecco: Per una convivenza tra i popoli. Migrazioni e multiculturalità.

 

Sembrerebbe un tema che esuli dalla competenza teologico-canonistica tipica della riflessione del Vescovo Eugenio, in realtà, da quando era professore all’Università di Friburgo, si è sempre interessato a questo problema, coinvolto da principio, quasi occasionalmente, dalla numerosa e attiva presenza dei missionari dei migranti in Svizzera e dai giovani universitari che lui stesso seguiva. La Basse Ville di Friburgo con i lavoratori italiani e spagnoli, quasi tutti stagionali agli inizi degli anni ‘70, era diventata il luogo della compagnia, delle accolarate discussioni sociali e religiose, delle feste nelle barracas. Dalla condivisione di vita con gli operai alla riflessione teorica il passo fu breve ed immediato.

Sul tema delle migrazioni e degli emigranti Mons. Corecco scrisse in seguito diversi articoli in riviste specialistiche e fu più volte invitato a numerosi congressi europei. Teso sempre a cercare il significato teologico e le conseguenze pastorali di tale fenomeno, li individuò nell’ampio capitolo riguardante l’evangelizzazione, l’esperienza della comunione tra persone nella Chiesa e la promozione umana e sociale; dimensioni che per lui erano intrinseche all’identità stessa della Chiesa.

Ora è sotto gli occhi di tutti l’importanza e la complessità che il fenomeno migratorio sta assumendo nel mondo e più specificatamente in Europa.

I risvolti in campo socioculturale, economico, religioso, giuridico e più largamente geopolitico, possono avere un effetto squassante.

Sul versante che più propriamente riguarda la riflessione sulla vita della Chiesa i problemi si ampliano a dismisura. Solo qualche accenno: l’identità cristiana della civiltà e della cultura europea, motivo lontano ma ancora attuale di coesione dell’Europa; il fenomeno religioso-culturale e sociale dell’Islam divenuta la seconda religione europea; e da ultimo quell’arcipelago indistinto e plasmante qualsiasi fenomeno interiore che è la New Age, fenomeno spiritualistico ed emotivo dagli indefiniti contorni.

Molte domande si aprono. Solo qualche esempio: nel contesto più propriamente riguardante la tradizione cristiana ha ancora senso parlare dell’assoluta singolarità di Cristo in ordine alla salvezza e della Chiesa come universale strumento della salvezza da lui portata? Se così non fosse che senso avrebbe “la missione” e “le missioni” della Chiesa?

Accanto al contesto culturale e teologico, esistono problemi d’ordine politico e giuridico di non minore importanza. Basti accennare al riconoscimento a livello istituzionale dell’Islam (es. festività religiose, matrimoni misti con il concetto di non parità-uguaglianza tra uomo e donna; l’apertura di scuole islamiche; la non ancora riconosciuta reciprocità religiosa accettata nelle terre dell’Islam...).

Problemi che il fenomeno migratorio, ormai divenuto massiccio verso la benestante Europa, ha fatto esplodere, ponendoli come urgenti alla riflessione teorica e alla decisione operativa.

Ovviamente negli scritti di Mons. Corecco non sono prese in considerazione i diversi capitoli della questione; a lui, infatti, interessava la comprensione teologica del fenomeno.

Per tale motivo non si vuole celebrare un Congresso su “Mons. Corecco e il fenomeno migratorio”, ma assumere la sua preoccupazione di fondo e le sue provocazioni culturali per affrontare e comprendere il più esaurientemente possibile tale fenomeno.

Sarebbe già sufficiente mettere in risalto i problemi che s’intrecciano ai diversi livelli sopraccennati e offrire prospettive per risolverli positivamente con un’adeguata integrazione dei diversi soggetti e comunità nel paese ospitante.

E’ tale l’obiettivo che il Congresso vorrebbe mettere in evidenza, e per tale motivo sono state invitate diverse personalità del variegato mondo della cultura, capaci di far riflettere e proporre adeguate soluzioni al problema posto.

 

L’Associazione internazionale Amici di Eugenio Corecco, Vescovo di Lugano, è nata nel dicembre 1995, a nove mesi dalla morte di Mons. Corecco. Essa è sorta “per il desiderio che la presenza del Vescovo di Lugano Eugenio Corecco, continui a generare, anzitutto in quanti hanno avuto la grande avventura di incontrarlo, ma nella Chiesa tutta e nella società, quel tipo di posizione umana di cui hanno potuto godere conoscendolo”.

Oggi l’Associazione raggruppa più di 400 soci, sparsi in tutto il mondo, e partecipa attivamente a promuovere attività culturali, sia a livello scientifico che divulgativo, soprattutto in campo teologico-ecclesiologico-canonistico e più largamente socioculturale. E’ un’Associazione riconosciuta dall’Autorità competente dello Stato e Cantone del Ticino (Svizzera).

 

 

La biografia

 

Mons. Eugenio Corecco nasce in Svizzera (Airolo, Cantone Ticino) il 3 ottobre 1931, compie gli studi teologici prima nel Seminario San Carlo di Lugano, in seguito, appena ordinato sacerdote, all’Università Gregoriana a Roma. Per due anni è parroco nella Diocesi di Lugano. Riprende gli studi e consegue il dottorato in Diritto canonico, a Monaco di Baviera (1962) sotto la guida di colui che Mons. Corecco riterrà il suo maestro scientifico: Klaus Mörsdorf, di cui diventerà assistente all’Università. Consegue la licenza in Diritto civile all’Università di Friburgo-Svizzera (1965), in cui diverrà più tardi professore ordinario di Diritto canonico nella Facoltà di Teologia e in seguito decano della medesima. In quegli anni dà avvio all’edizione italiana della rivista teologica Communio, la cui edizione tedesca è iniziata da H.U.von Balthasar e dal futuro cardinale J.Ratzinger. Tiene corsi e conferenze in diverse Università europee, tra le quali l’Università Cattolica di Milano, la Facoltà teologica protestante di Ginevra e l’Università di Perugia. Nel 1982 Giovanni Paolo II lo chiama in qualità di esperto nella commissione cui è affidata l’ultima revisione del nuovo Codice di Diritto canonico, promulgato nel 1983, nominandolo in seguito consultore della Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica di detto Codice. A più riprese collabora con l’Ufficio Centrale Emigrazione Italiana, in qualità di consulente teologico per le questioni riguardanti gli emigrati italiani e le chiese locali d’accoglienza. Il 31 maggio 1986 è nominato vescovo di Lugano e consacrato il 29 giugno seguente nella Cattedrale di Lugano. La considerazione di cui gode in campo ecclesiale trova significativa conferma nella nomina pontificia a partecipare alla VII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocato a Roma da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1987, per approfondire il tema della “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a 20 anni dal Concilio Vaticano II”. Mons. Corecco offre un importante contributo ai lavori, collaborando alla redazione dei Lineamenta introduttivi del dibattito sinodale. Nel 1987 assume la carica di presidente della Consociatio internationalis studio Iuris canonici promovendo, sodalizio che riunisce oltre 500 studiosi e docenti universitari di discipline di interesse ecclesiale, appartenenti a 54 nazionalità. Nel 1992 fonda a Lugano prima l’Istituto Accademico di Teologia, eretto in seguito a Facoltà di Teologia, divenendone il primo Gran Cancelliere. Riceve il Dottorato h.c. in Diritto Canonico dall’Università di Lublino il 21 maggio 1994. Sopraggiunge la malattia, una grave forma tumorale, vissuta come testimonianza di fede e offerta per amore alla Chiesa, al Papa e per il popolo a lui affidato. Muore nel Palazzo vescovile di Lugano il I marzo 1995, Mercoledì delle Ceneri. E’ sepolto nella cripta della basilica del Sacro Cuore a Lugano, accanto ai suoi predecessori.